23 ottobre 2012

Il giullare Benigni e il feticismo della Costituzione

di Marco Mancini 

Ieri sera, poco dopo le 20, ero ospite a casa d’amici: il televisore era sintonizzato sul TG1. Ad un tratto, mi è apparsa chiara e evidente la ragione principale per cui non guardo quasi mai la TV, e ancora meno i telegiornali: troppo alto il rischio di imbattersi in figure come quella di Roberto Benigni, che si è infatti puntualmente materializzata.

Io non ho nulla contro Benigni, per carità. Anzi, ora che ci penso, sì. Cioè, umanamente mi sta simpatico e lo trovo divertente. Il problema è che Benigni incarna, insieme a tanti altri, uno dei mali da cui bisogna sopra tutto guardarsi, vale a dire la confusione dei ruoli. Benigni è un comico, ma si atteggia a letterato, storico, pedagogo. Insomma, invade campi che non sono suoi: come si sarebbe detto una volta, “piscia fuori dal vaso”. Come l’altro Roberto, che fa di cognome Saviano, non si limita ad ammaestrarci su ciò di cui è esperto o in rapporto a cui la sua opinione valga qualcosa in più di quella del mio prozio, ma pontifica, con uguale pretesa d’infallibilità, più o meno su tutto lo scibile umano.  

Comunque, dicevo, è comparso Benigni. Il giornalista Attilio Romita lo introduce e si arriva al punto, cioè alla trasmissione che il guitto toscano condurrà il 17 dicembre (prendete nota) prossimo. Benigni annuncia dapprima il titolo del programma: “La più bella del mondo”. Lì per lì ho pensato: sarà una specie di Miss Italia? No, mi sono detto, uno come Benigni non si abbasserà a quei livelli. Allora, ho pensato, parlerà di Firenze, magari in risposta alla recente polemica scatenata da Marchionne. Proprio mentre questa ipotesi prende corpo e credibilità nella mia mente, il già premio Oscar rivela, con un entusiasmo degno di miglior causa, la soluzione: “La più bella del mondo è la nostra Costituzione!”. E giù una decina di minuti di panegirico, con il povero Attilio Romita a fargli da spalla, costretto anche alla figuraccia quando Benigni ha cominciato a interrogarlo prima sull’art. 6 della Costituzione e poi sul sesto comandamento: una scena imbarazzante, non so se più per la crassa ignoranza mostrata dal giornalista o per l’imprudenza del comico.

La Costituzione, dunque. Una degna prosecuzione dello show sanremese dello scorso anno, in cui – ricorderete – Benigni era arrivato baldanzoso, a cavallo, per poi lasciarsi andare a un’esegesi dell’Inno di Mameli, trasformata in appassionata apologia del Risorgimento, a 150 anni dall’Unità d’Italia. Roberto, insomma, è il profeta della nuova religione civile, quella che si vorrebbe imporre agli italiani prima a scuola, con materie quali l’“Educazione alla cittadinanza”, e poi in televisione, con gli spettacoli del comico pratese, anch’egli ormai entrato nel pantheon dei “venerati maestri”.

Sembra d’essere tornati ai tempi dell’Italia liberale, o di quella fascista. Con la piccola differenza che se la “nazionalizzazione delle masse” (Mosse) ebbe caratteri drammatici e, in un certo senso, grandiosi, il “patriottismo costituzionale” di Benigni è vuoto, farsesco, inutile, persino falso e controproducente. Già, perché proprio mentre a Sanremo Benigni concionava gli italiani, educandoli al culto dell’Inno e della Bandiera, l’Italia si apprestava a sputtanare non solo il proprio onore, ma anche i suoi concreti interessi nazionali, unendosi alla demenziale operazione militare in terra libica, sotto gli auspici – ça va sans dire – del venerato presidente Napolitano, il sacerdote supremo del culto di cui sopra.

Di questi tempi, certo patriottismo sembra veramente diventato, come scrisse Samuel Johnson, l’ultimo rifugio delle canaglie. “La più bella del mondo”, dunque, ha tutta l’aria di essere l’ennesimo rito feticista, officiato dal nostro giullare di regime. Piacerà forse a taluni cattolici democratici, che hanno sostituito il Vangelo – e il Magistero – con la Costituzione. Noi sappiamo bene cosa preferire, cosa è veramente in grado di indicarci, come affermato da Benigni con retorica stucchevole e molto poco liberale, “la strada della felicità”.
 

7 commenti :

  1. Mi domando se continuerá ad essere la "piú bella2 quando arrivi al punto che define matrimonio l´unione di un uomo ed una donna?

    Blas

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  2. 1) Se uno nasce comico, non è che deve morir comico per forza...
    2) I comici sono storicamente, nella tradizione classica, dei "politici", nel senso di "polis", quindi il programma mi sembra perfettamente in linea con la storia: dai teatri greci alla tv. Il mezzo è certo meno nobile, ma è quello più efficace per la maggiore diffusione del pensiero.
    3) Cosa c'è che non va a priori nella diffusione del messaggio della Costituzione? Non credo Benigni abbia la pretesa di dare una propria visione delle cose: farà senz'altro riferimento alla storia costituzionale. Se così non fosse, Lei potrà a buon diritto criticarlo. Altrimenti non ne vedo la ragione (se non una innata antipatia).

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  3. mi pare che ci sia stato un cantante (credo Baglioni) che voleva fare una canzone sulla Costituzione italiana (la più bella del mondo); per quanto riguarda Benigni, basta non guardarla la trasmissione tv sulla più bella del mondo, a salvaguardia del fegato (per lo meno del mio); comunque ottimo l'articolo di Marco Mancini, meno ottimo qualche commento, come al solito -ro-

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  4. Il problema non è il voler parlare di tutto uscendo dalla propria "competenza", altrimenti dovremmo regolarci "per titoli" e saremmo in un sistema ingessato, corporativista e con poche idee. Non esisterebbero i blog come questo.

    No, il problema è la posizione, la mancanza di critica entro un certo ambito.
    Benigni dicesse le stesse cose su di un blog, si presenterebbero 4 scemi chiamati "Anonimo" a rispondergli a caso con ignoranza; invece parla alla tivvù e allora 10 milioni di persone bevono tutto.

    Alpha T (il login di Wordpress non funge).

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  5. @Alpha T
    dal punto di vista economico benigni è un buon investimento. I 10 mln di spettatori ripagheranno la rai del suo ingaggio, dei costi del programma (e ci avanzerà pure qualcosa). Senza contare la bella figura che ci fa la rete.

    insomma, un investimento assai migliore degli 1.4 milioni spesi per permettere a sgarbi di delirare davanti ai 4 gatti che lo hanno seguito in diretta su rai1

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  6. I commenti diventano "meno ottimi" soltanto quando contrari alle opinioni di chi li legge. Preferirei qualche argomentazione in più.

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  7. Domanda, ma chi l'ha detto che la nostra costituzione è la più bella del mondo? Qualcuno ha mai letto altre costituzioni? Credo che un americano inorridirebbe; quella dell'unione sovietica non era molto differente. Credo che sia molto vero quanto scritto da alcuni: si sta cercando di creare una sorta di religione civile, destinata a sostituire - spero senza successo - i valori tradizionali di una società in disfacimento, cui manca però la vitalità per crearne di nuovi. E Benigni è il degno, forse inconsapevole sacerdote di questa religione civile.
    Giulio da Pd

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