
Parlando del libro “Le anime che bruciano”, meglio conosciuto in Italia come “Militia”, non possiamo fare a meno d’imbatterci nell’ingombrante figura dell’autore, la cui storia è sufficiente per farlo mettere all’indice dai soloni del politicamente corretto.
In
effetti, Léon Degrelle (nato nel 1906) si affermò come capo del Partito Rexista
belga, d’orientamento integrista, su ispirazione dell’Action Française e dell’Estado
Novo salazarista. Durante la seconda guerra mondiale collaborò con gli
invasori tedeschi, e si arruolò nelle Waffen-SS,
combattendo eroicamente sul fronte russo (in particolare nella sacca di
Novocherkassk) e arrivando a comandare una divisione formata da volontari
valloni. Alla fine del conflitto, fuggì in Spagna, dove rimase in esilio fino
alla morte, avvenuta nel 1994. I tribunali dei vincitori lo riconobbero
innocente dalle accuse di crimini di guerra, ma lo condannarono a morte in
contumacia per tradimento. Nondimeno, rimase per tutto questo tempo una figura
di primissimo piano nell’ambito neofascista europeo.
Ma a noi non interessa parlare del Degrelle politico, semmai del Degrelle cattolico. E cattolico egli lo fu per tutta la vita, dapprima ispirando le proprie posizioni politiche alla dottrina sociale della Chiesa e alla regalità di Cristo, poi mettendo in gioco la propria vita in quella che considerava una vera e propria crociata contro il bolscevismo per l’Europa cristiana. Non di rado, peccò di superbia, come quando fu scomunicato per aver sequestrato un vescovo, che aveva inteso proibirgli l’accesso alla Messa in divisa (scomunica rimessa poi alla vigilia dell’invio sul fronte orientale); o come quando s’inventò una promozione mai esistita; o come quando pretese, in una lettera al Santo Padre Giovanni Paolo II, di sconsigliare al Papa di “avallare la menzogna dell’Olocausto” visitando Auschwitz. Soprattutto, non volle mai fare autocritica del proprio hitlerismo, rifiutandosi sempre di comprendere e accettare con umiltà la natura intimamente anticristiana del nazionalsocialismo eugenista, razzista e imperialista.
Ma a noi, in effetti, non interessa neanche parlare della vita personale di Degrelle, i cui tratti sono non sempre edificanti, bensì della sua opera principale, scritta alla fine degli anni ‘50, e pubblicata infine nel 1964 col titolo Les âmes qui brulent (“Le anime che bruciano”). In Italia, fu edita per i tipi delle Ar, a cura del sulfureo editore Franco Freda, con il titolo di “Militia”.
Ma a noi non interessa parlare del Degrelle politico, semmai del Degrelle cattolico. E cattolico egli lo fu per tutta la vita, dapprima ispirando le proprie posizioni politiche alla dottrina sociale della Chiesa e alla regalità di Cristo, poi mettendo in gioco la propria vita in quella che considerava una vera e propria crociata contro il bolscevismo per l’Europa cristiana. Non di rado, peccò di superbia, come quando fu scomunicato per aver sequestrato un vescovo, che aveva inteso proibirgli l’accesso alla Messa in divisa (scomunica rimessa poi alla vigilia dell’invio sul fronte orientale); o come quando s’inventò una promozione mai esistita; o come quando pretese, in una lettera al Santo Padre Giovanni Paolo II, di sconsigliare al Papa di “avallare la menzogna dell’Olocausto” visitando Auschwitz. Soprattutto, non volle mai fare autocritica del proprio hitlerismo, rifiutandosi sempre di comprendere e accettare con umiltà la natura intimamente anticristiana del nazionalsocialismo eugenista, razzista e imperialista.
Ma a noi, in effetti, non interessa neanche parlare della vita personale di Degrelle, i cui tratti sono non sempre edificanti, bensì della sua opera principale, scritta alla fine degli anni ‘50, e pubblicata infine nel 1964 col titolo Les âmes qui brulent (“Le anime che bruciano”). In Italia, fu edita per i tipi delle Ar, a cura del sulfureo editore Franco Freda, con il titolo di “Militia”.
Si
tratta di un breve scritto, diviso in sei parti, in forma aforistica,
d’ispirazione autobiografica, e di argomento spirituale; quasi una postilla
novecentesca alle Confessioni agostiniane o ai Pensieri pascaliani, si parva licet componere magnis. La
politica di partito, l’ideologia, le stesse ragioni della guerra rimangono
sullo sfondo, senza appesantire quest’operetta. Protagonista è l’anima
dell’autore, e per estensione l’anima umana, nel suo sforzo (jihad, in arabo) di combattere la buona
battaglia dentro di sé, in quell’eterna lotta per cui, davvero, vita est militia super terram.
Nella prima parte, l’autore s’interroga su se stesso e sulla desolazione spirituale del mondo contemporaneo (“I cuori vuoti”), per poi rievocare, nella seconda, le “Fonti di vita”: la terra natia, la fanciullezza, l’amore materno, fino al toccante racconto della Messa di Natale della sua infanzia, in un villaggio delle Ardenne. Nelle due parti successive contrappone, da una parte, “L’angoscia degli uomini”, ossia l’abiezione e l’abbrutimento delle anime e dei corpi, l’indifferenza umana verso la Crocifissione di Cristo, il senso straziante del peccato, che macchia l’anima; dall’altra, “La gioia degli uomini”, ovvero la consapevolezza del valore della vita, e le virtù come la spoliazione, la gioia di vivere, la pazienza, l’obbedienza, la bontà, la contemplazione solitaria, la nobiltà d’animo. Nella quinta parte, l’autore riflette su “Il servizio degli uomini”, partendo dalle sue memorie del terribile fronte orientale, la più grandiosa e cruenta carneficina della Storia. Infine,
nell’ultima parte, “Dono totale”, l’autore traccia una sorta di sunto di questo
suo percorso: sapere affrontare con fierezza, felicità e fortezza tutte le
fatiche, tutte le sofferenze, tutte le ingratitudini, fino al martirio. La vita
come purificazione dei propri peccati, attraverso il dono totale di sé, ad
imitazione di Cristo, questo è l’insegnamento cristiano che l’autore vuole
trasmettere, a partire dalle sue esperienze personali di combattimento
esteriore e interiore.
Nella prima parte, l’autore s’interroga su se stesso e sulla desolazione spirituale del mondo contemporaneo (“I cuori vuoti”), per poi rievocare, nella seconda, le “Fonti di vita”: la terra natia, la fanciullezza, l’amore materno, fino al toccante racconto della Messa di Natale della sua infanzia, in un villaggio delle Ardenne. Nelle due parti successive contrappone, da una parte, “L’angoscia degli uomini”, ossia l’abiezione e l’abbrutimento delle anime e dei corpi, l’indifferenza umana verso la Crocifissione di Cristo, il senso straziante del peccato, che macchia l’anima; dall’altra, “La gioia degli uomini”, ovvero la consapevolezza del valore della vita, e le virtù come la spoliazione, la gioia di vivere, la pazienza, l’obbedienza, la bontà, la contemplazione solitaria, la nobiltà d’animo. Nella quinta parte, l’autore riflette su “Il servizio degli uomini”, partendo dalle sue memorie del terribile fronte orientale, la più grandiosa e cruenta carneficina della Storia.
A questo punto, è facile immaginare lo scandalo dei lettori ipocritamente devoti alla legalità democratica, piuttosto che alla Legge di Dio. Rispondo con una sola parola, sufficiente a fugare i pregiudizi in chi è comunque intellettualmente onesto: leggetelo. Per parte nostra, chiudiamo volentieri con uno dei tanti brani sublimi di quest’opera, questa bellissima preghiera:
«Signore, l’ora è vicina, la vostra luce sta per risplendere improvvisamente sulla collina. Noi ci troveremo là, nonostante tutto: vergognosi e tristi. Date ardore ai nostri cuori con la vostra sfolgorante dolcezza, dateci il calore e la purezza di quel fuoco divino da cui voi scaturite. Noi stiamo prostrati al limitare del vostro sepolcro. Signore, fate sprizzare nelle nostre anime vinte la scintilla della resurrezione!»
"La vita come purificazione dei propri peccati, attraverso il dono totale di sé, ad imitazione di Cristo"
RispondiEliminagiusto per capire. il traditore Degrelle a chi si è donato? ai manuali di psichiatria? no, sarebbe riconoscergli l'attenuante di infermità mentale.
Sicuramente però non a dio, visto che rifiutò di comprendere "la natura intimamente anticristiana [e anti-umana, aggiungo] del nazionalsocialismo eugenista, razzista e imperialista."
27 minuti: ecco il primo di quei farisei che pretende di mettere becco nel confessionale degli altri. ;)
RispondiElimina@Andrea Virga
RispondiEliminacredo che il primo a metterci il becco sia stato tu.
Anzi, a dire il vero è stato Degrelle che ha lasciato la porta aperta permettendoci di ascoltare.
Ad ogni modo, le vie del Signore non sono quelle degli uomini.
RispondiEliminaLa giustizia terrena non ha trovato altro capo d'imputazione che quello di tradimento (a mio parere discutibile nel caso in questione), pagato comunque con 49 anni di esilio all'estero (e per un patriota è una pena peggiore che il carcere).
Circa il responso della giustizia divina, non mi permetto di fare illazioni.
sulla giustizia divina neanche io faccio illazioni, e sineramente non mi interessa neanche tanto.
RispondiEliminapreferisco affidarmi alla giustizia degli uomini (uovo oggi) che affidarmi ad un premio/punizione alla fine (gallina domani)
Degrelle ha tradito il proprio paese, favorendone l'occupazione da parte di una potenza straniera e collaborando con essa.
in tutta onestà 49 anni di LATITANZA (anche se chi fugge dalla giustizia cerca di farsi passare per esiliato nel resto del mondo si tratta di latitanza) mi sembra poco più di un buffetto sulla guancia, anche se il latitante cerca di farsi passare per patriota
Non licet! Per riprendere la citazione latina.
RispondiEliminaNon licet, perché quella di Degrelle, a confronto delle Confessioni o dei Pensieri, non è un'opera più piccola, ma semplicemente non parla assolutamente della medesima cosa. Le opere di Agostino e Pascal parlano poiché esse sono il frutto di una vita coerente tutta volta all'incontro con Cristo. La fede di Degrelle somiglia assai di più a quella di quei boss mafiosi di una volta che andavano ogni giorno a messa, davano anche generose offerte, ma che poi continuavano a comandare omicidi ed ogni sorta di crimini (può mai essere definita vera fede?). Non può essere accostata neanche a qualche lettera pastorale di qualche indegno vescovo; quest'ultimo, infatti, anche se indegno, avrebbe scritto comunque sotto il carisma donatogli dall'ordine e come pastore posto da Cristo a capo di una Chiesa particolare.
Degrelle, da quello che ha scritto lei, non si è mai dissociato dalle dottrine del nazionalsocialismo e non ha mai riconosciuto di essere stato dalla parte sbagliata (sì, perché nella storia ci sono le parti più sbagliate d altre!) e ciò basta per metterlo dalla parte opposta a quella di Cristo e della sua Chiesa.
Il semplice accostamento di Degrelle ad Agostino e a Pascal, semplicemente, scandalizza, dunque, ancora una volta, NON LICET.
Sempre lasciando il giudizio sulla persona alla misericordia di Dio, naturalmente, si tratta sempre dell'accostamento dell'opera di Degrelle a quelle di Agostino e di Pascal.
RispondiEliminaAl netto dell'accostamento ad Agostino (diciamo che il "quasi" salva in corner), trovo che sia comunque l'articolo più equilibrato su Degrelle che abbia mai letto. Lontano dalla retorica e dall'agiografia fuori luogo (dato il personaggio) sul Degrelle-militare, restituisce la giusta profondità, per tanto tempo negata, al Degrelle-cattolico.
RispondiElimina("La fede ha valore solo quando conquista; l’amore, quando arde; la carità, quando è di salvamento.")
Naturalmente non mi sognerei di porre sullo stesso piano Dégrelle con Agostino o Pascal (e già quest'ultimo non può essere accostato ad Agostino, non essendo né santo, né dottore della chiesa, ma solo un autore cattolico). Mi riferivo più che altro al genere letterario in uso.
RispondiEliminaTuttavia, non si può neanche condannare la fede di Dégrelle a partire dalle sue idee politiche errate. Perché di questo si tratta, non certo di crimini effettivamente commessi, come quelli di un boss mafioso. La Chiesa Cattolica ha concesso funerali a Franco, Pinochet ed altri statisti cattolici che si sono macchiati di colpe ben più gravi rispetto a quelle di Degrelle.
Dunque questo non inficia minimamente il valore spirituale che può avere quest'opera di Degrelle.
Riguardo all'anonimo, che come tutti gli anonimi non brilla certo per coraggio, va detto che l'accusa di tradimento è infondata.
RispondiEliminaIn primo luogo, Degrelle volle arruolarsi nel 1940 durante la mobilitazione generale delle forze armate belghe, ma gli fu proibito, e fu addirittura imprigionato e maltrattato, prima di essere liberato dai Tedeschi. Successivamente alla resa del Re, cercò di negoziare tra le autorità belghe e quelle tedesche, coerentemente con le sue posizioni politiche di cooperazione tra le nazioni europee, sotto l'egida tedesca, in chiave anticomunista. Egli agì sempre per il bene presunto del suo Paese, mettendo a repentaglio la propria vita sul fronte russo.
La sentenza che lo condannò fu meramente politica, e voluta dai vincitori, i quali si vendicarono barbaramente arrestando i suoi famigliari (il padre di Degrelle morì in carcere).
Non fu affatto un "latitante", perché non era un criminale comune, bensì un "criminale" politico. O forse l'anonimo vorrebbe – adottando gli stessi infami criteri – dare del latitante a Giuseppe Mazzini? o del traditore a Guglielmo Oberdan?
Un fascista è un fascista è un fascista. Punto.
RispondiEliminaIl fatto che la Chiesa non abbia condannato altri fascisti peggiori di lui non è un elemento a sua discolpa ma un'altra delle mancanze della Chiesa.
E se davvero questo tizio si riteneva cattolico ma ha continuato a lavorare per Hitler e a partecipare a una guerra d'aggressione, senza pentirsene neppure dopo, significa solo che aveva una enorme capacità di ingannarsi e di ingannare.
@Andrea Virga
RispondiEliminagiusto per precisare: Degrelle volle arruolarsi in aviazione, di cui non capiva un tubo. venne poi imprigionato perché sospettato (a ragione?) di essere una "quinta colonna" tedesca.
se è vero che il re si arrese, così non fece il governo che continuò a combattere in esilio. ma Degrelle preferì essere uno dei punti di riferimento dell'occupante nazista
una sentenza ha condannato queste azioni (chissà su quali basi TU la consideri politica...) e lui è fuggito al giudizio vivendo da latitante.
inutile girarci intorno, tradì il suo paese al quale preferì un occupante straniero (incidentalmente portatore di una delle ideologie più folli che la mente umana abbia mai concepito). Ti esorto a non confondere simile feccia con Mazzini o Oberdan.
infine non posso che quotare l'aninomo delle 17.04
Virga, non si tratta di condannare la fede di Degrelle a partire dai suoi orientamenti politici, ma di prendere atto che egli non può essere un buon punto di riferimento per un cattolico. Tanto più se è vero che mise la sua fede per il nazionalsocialismo davanti a quella per il Santo Padre Pio XII. Nel 1944 Léon Degrelle organizzò un piano, l'Operazione Rabat, per portare il papa in Germania e costringerlo a firmare un’enciclica, diciamo così, antigiudaica. Hitler, che a lui era affezionato, approvò il piano. L'operazione fortunatamente fallì a causa di Karl Wolff, che informò Pio XII in persona. Chiediamoci piuttosto se Degrelle condivideva la Mit brennender Sorge di Pio XI!
RispondiEliminaHo letto anche io "Milizia" e francamente mi sembrano pensieri di scarso spessore, sintomo più di una religione che pare dover fungere da armatura e strumento di lotta che di una fede scaturita dalla comunione spirituale col Signore - che non esclude certo il "bonum certamen" in luogo della contemplazione delle delizie interiori. Impossibile anche solo accostarli alla profondità di quelli pascaliani, se non come appartenenti al medesimo genere letterario (ma su questo, vedo, anche l'autore del post concorda).
RispondiEliminaDetto questo, l'elenco delle malefatte di Degrelle manca della più grave in assoluto, perché fu lui l'ideatore del Piano Rabat, l'operazione con cui i nazisti intendevano sequestrare Pio XII per deportarlo in Germania.
http://www.stpauls.it/fc07/0722fc/0722fc66.htm
http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=1856
Lo storico David Dalin ricorda quale fosse lo scopo dell'Operazione Rabat: «The plan called for the eighth division of the SS cavalry, disguised as Italians, to seize St. Peter's and "massacre Pius XII with the entire Vatican" and specifically names "the papal protest in favor of the Jews" as the cause».
http://www.floscarmeli.net/modules.php?name=News&file=article&sid=317
Definire il piano ideato da Degrelle un crimine forse è ancora riduttivo, tenuto conto che si professava cattolico... Anche senza essere «ipocritamente devoti alla legalità democratica, piuttosto che alla Legge di Dio» mi chiedo se sia il caso di farsi trascinare dalla polemica antidemocratica e dal gusto del paradosso fino a patrocinare l'esaltazione di un personaggio tanto ambiguo, che non fu esemplare né per dottrina né per comportamento. Non sarebbe meglio approfondire altre figure del XX secolo, di levatura sicuramente eccelsa e senz'altro più luminosa? Solo per citarne alcuni: G. K. Chesterton, Romano Guardini, Nicolas Gomez Davila, Gustave Thibon, Marcel De Corte, Dietrich Von Hildebrand, Gabriel Marcel, ecc.
Chesterton e Davila li abbiamo trattati, ci pareva interessante anche esaminare questo tipo di figura, tutto qua. Grazie dei commenti e dei suggerimenti!
RispondiEliminaBeh, forse è stata esaminata male...
RispondiElimina«siccome a Degrelle non riusciva a dire di no» Hitler se ne infischiava abbastanza di Degrelle, anche se a quest'ultimo piaceva dire il contrario.
RispondiEliminaCito lo storico Frerotte: «L'incontro tra i due, a differenza di quanto racconta Degrelle sulle molteplici conversazioni con Hitler, è nebbia artistica, vuoto integrale. In ogni caso mancano le prove. Quando si conosce la pignoleria burocratica del Reich, in particolare ai più alti livelli, quando si sa che ogni ricevimento del Führer con chiunque era oggetto di un rendiconto dettagliato, quando si sa infine che non esiste alcuna relazione di una visita di Degrelle a Hitler a parte le due citate, si è in diritto di domandarsi se egli non ne abbia avuta realmente una sola fra quelle due, se non si tratti di una grande mitomania, un irrefrenabile bisogno di scambiare i suoi desideri per realtà. Aggiungiamoci questa verità: Degrelle non ha mai saputo parlare il tedesco».
Sono al corrente dell'Operazione Rabat, ma Rossif, che non è uno storico, non mi pare affatto una fonte attendibile. In quel periodo, peraltro Degrelle era impegnato sul fronte orientale con un grado relativamente basso. Quindi ritengo che quanto detto sul suo coinvolgimento in quest'operazione sia pura fuffa.
Mi chiedo peraltro, quale parte di questa frase non abbiate capito:
RispondiElimina«non interessa neanche parlare della vita personale di Degrelle, i cui tratti sono non sempre edificanti, bensì della sua opera principale»
Mi sembra evidente che io non ho voluto esaltare Degrelle, bensì rendere il giusto omaggio al suo libro, le cui pagine mi hanno commosso e sono state apprezzate anche da molti altri cattolici.
Se poi qualcuno può insinuare che io possa ritenere nazionalsocialismo e cattolicesimo compatibili, lo rimando volentieri a questo articolo:
http://www.papalepapale.com/develop/la-croce-che-sfido-la-croce-cattolicesimo-e-nazismo-una-radicale-inconciliabilitaparte1/
http://www.papalepapale.com/develop/la-croce-che-sfido-la-croce-cattolicesimo-nazismo-una-radicale-inconciliabilita-2/
Ah, questa mi mancava. Dunque, l'autore di presunti insegnamenti cristiani dalla vita "non sempre edificante" voleva nient'altro che RAPIRE IL PAPA? Ma è fantastico. Così si fa: invece che scegliersi le parti del cattolicesimo che uno preferisce, come fanno quei puzzoni di cattolici "liberali", si punta una pistola alla testa del Papa e gli si fa dichiarare ufficialmente cattolico quello che vuoi te. Questo sì che è tradizionalismo.
RispondiEliminaVedo comunque che "Sandwirt", più esperto di me in queste cose, mi conferma l'impressione che quelle poche frasi riportate già mi avevano dato: il classico ciarpame retorico con cui gli innamorati della "bella morte" cercano di abbellire la propria ossessione, mescolando e travisando religioni e tradizioni millenarie.
Invece Virga sì che è una fonte attendibile... :-D
RispondiEliminaDel coinvolgimento di Degrelle nell'operazione Rabat comunque si parla anche qui: http://enigmitopsecret.bloog.it/ci-fu-veramente-un-piano-per-rapire-papa-pio-xii.html
L'articolo citato rimanda sempre allo stesso articolo di Natta che si baserebbe a sua volta sulle illazioni di Rossif. Prego di citare altre fonti.
RispondiEliminaLa cosa divertente è che anche i nemici di Leon Degrelle hanno preso sul serio il mito che egli si è costruito attorno, ritenendolo niente di meno che un confidente di Hitler.
indipentemente dall'operazione Rabat, lo stesso Andrea Virga ammette il rapimento di un vescovo (anche se lo liquida come un peccatuccio su superbia).
RispondiEliminasìsì, Degrelle era proprio un bravo cattolico..
Io possedevo l'originale cartaceo del numero di Famiglia Cristiana (mi pare che fosse datato 2007 o 2008) in cui era presente l'articolo di Natta; non è di per sé una fonte attendibile (sia per la scarsa autorevolezza del giornale che per l'autore della testimonianza - Rossif è, come giustamente è stato notato, non uno storico ma un regista/direttore televisivo, che inoltre partecipò alla Resistenza) e infatti ho usato "se è vero che". Anche Avvenire e altre voci vaticane trattarono la vicenda, ignorando il ruolo di Degrelle e, anzi, non nominandolo nemmeno. Tuttavia non si capisce perché Rossif avrebbe dovuto inventare la presunta parte del rexista nel quadro dell'operazione, dato che era un personaggio completamente ignorato.
RispondiEliminaChe questo articolo è ben lungi da esaltare Degrelle lo si vede e non si contestava il contenuto, ma ripeto: non so quanto possa essere un buon punto di riferimento per un cattolico.
"La cosa divertente è che anche i nemici di Leon Degrelle hanno preso sul serio il mito che egli si è costruito attorno, ritenendolo niente di meno che un confidente di Hitler. "
RispondiEliminaSe io vengo accusato di un omicidio ma poi si scopre che non sono stato io, un'altro mi ha preceduto, ma desideravo comunque uccidere quella persona e mi stavo preparando a farlo, il giudizio morale su di me forse cambia? Cambiano solo le conseguenze legali.
Sottoscrivo tutti i commenti di critica.
RispondiEliminaUna provocazione tanto più grave quanto più consapevole: ma non ci voleva molto...
Facile creare scandalo presentando l'opera di un fascista come una summa di spiritualità. Se del suo partito la Conferenza Episcopale Belga disse che era "un danno per il paese e per la Chiesa", cosa dobbiamo aspettarci da questo suo scritto?
Va bene leggerlo. Meglio ancora capirlo e contestualizzarlo, però. Se le "sofferenze" e le "ore di immortalità" cui invita costui sono simili a quelle conosciute sul fronte orientale, di chi fu martire? Certo non di Cristo.
La misericordiosa concessione delle esequie religiose non fa di un uomo un esempio: nessuno si augura la sua dannazione o pretende di avere voce in capitolo, ma direi che è doveroso notare come le feroci teorizzazioni, indegne del nome di ideali, per le quali divenne famoso sono palesemente anticattoliche alla luce (come minimo) delle encicliche del '37 e del '31.
Se questa fosse la "Catholic revolution" alla quale si inneggia, ci sarebbe da farsi buddhisti. Per fortuna, però, anche un cattolico pessimo come me (ancora non rapisco vescovi e non sostengo le Waffen SS, però ho altri difettucci) dispone di quelle accecanti certezze, tanto copiosamente dispensate da Scrittura, Magistero e buon senso, per capire quanto poco di cattolico ci possa essere negli scritti di un Degrelle.
Insomma, Degrelle, era un mitomane che ha preferito seguire Hitler (che era un esoterista ferocemente anticristiano) più che Cristo. Mah!
RispondiEliminaSe la frase riportata alla fine dell'articolo è una delle più "sublimi", allora non è altro che ciarpame. Quella frase ha più il sapore dell'esoterismo che non della spiritualità cristiana.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuoto l'Anonimo delle 23:25.
RispondiElimina«non è altro che ciarpame. Quella frase ha più il sapore dell'esoterismo che non della spiritualità cristiana.»
RispondiEliminaIo mi chiedo come si possa essere così accecati dall'odio politico, fazioso e manicheo. Questa partigianeria non è sicuramente cattolica.
«era un personaggio completamente ignorato.»
RispondiEliminaEra un personaggio minore all'interno del Terzo Reich, ma divenne una delle icone del neofascismo. Questo è evidente.
Non ho affatto voluto negare le sue colpe e i suoi difetti. Tuttavia, non vedo perché si debbano ascrivergli crimini che non ha commesso.
"Catholic Revolution" è anche ammettere che «l'opera di un fascista» possa avere un contenuto spirituale (e per me lo ha, più di tante sterili disquisizioni teologiche sul sesso degli angeli), ovvero saper prescindere dai pregiudizi ideologici, per esaminare le cose alla sola luce della dottrina cattolica, senza adoperare due pesi e due misure.
RispondiEliminaSarebbe come voler condannare in toto i teologi della liberazione latinoamericani (alcuni dei quali imbracciarono le armi) per aver erroneamente guardato all'URSS come a un faro per la liberazione dei popoli dall'imperialismo occidentale.
Oppure, sarebbe come voler condannare in toto i condottieri cattolici del passato, per gli eccessi compiuti in guerra.
Insomma, bisogna staccarsi di dosso una buona volta questi pregiudizi liberaldemocratici e legalitari. La Chiesa lo ha fatto e lo fa, come quando ha beatificato l'Arcivescovo di Zagabria, Alojzije Stepinac, anch'egli oggetto di violente accuse di collaborazionismo e di fascismo.
Veramente, caro Virga, qui si tratta di persnaggi che hanno semplicemente sfregiato il vangelo mescolandolo - quando non subordinandolo - a dottrine e movimenti politici anticristiani condannati dalla Chiesa e che la Chiesa hanno perseguitato con ferocia. Le accuese mosse a Stepinac erano false, ecco perché è stato beatificato. L'unico ad essere accecato dall'ideologia qui sei tu, vedi di calare le arie e infotmati prima di impartire lezioncine.
RispondiEliminaEsattamente quello: i "teologi" latinoamericani "guerriglieri" sono da condannare senza indugi così come fu da condannare, che so, il francescano catto-nazista Miroslav Filipović, meglio noto come "frate Satana": http://en.wikipedia.org/wiki/Miroslav_Filipovi%C4%87
RispondiEliminaIo accecato dall'ideologia? E quale di grazia? Sarei proprio curioso...
RispondiEliminaTra l'altro, non mi risulta che Degrelle professasse gli elementi ideologici anticristiani del nazionalsocialismo, come il neopaganesimo, il razzismo e la statolatria.
Né la Chiesa ha condannato i fascismi in quanto tali, ed anzi, in parecchi casi, vi ha fattivamente collaborato (Stepinac, ad esempio, sostenne lo Stato Nazionale Croato, anche se predicò sempre contro le persecuzioni razziali e i crimini ustasha), ma semplicemente quegli aspetti ideologici incompatibili con la dottrina cattolica.
Sei solo un borioso ignorante, Virga.
RispondiEliminaBasta leggere le cretinerie che Degrelle racconta di Hitler e del razzismo tedesco: http://www.radioislam.org/degrelle/pouquoi-hitler.htm
L'episcopato tedesco e Pio XI con la Mit Brennender Sorge dissero chiaramente che il Dio di cui parlava Hitler non era il Dio cristiano. I nazisti com'è noto fecero ricorso ai simboli della religione cattolica svuotandoli però del loro autentico significato, adulterandoli e rendendoli veicolo della loro "religione razziale".
"Noi, razzisti, sappiamo che è il sangue puro quello che rende i paesi forti" (Leon Degrelle).
RispondiEliminahttp://cursushonorum.wordpress.com/2012/10/06/leon-degrelle-leuropa-vivra/
Quesito semplice semplice: queste mostruosiutà si trovano nel Catechismo o nel Mein Kampf?
E che dire del pensiero con cui il "cattolicissimo" Degrelle deplora il fatto che "il cattolicesimo ha costituito, per il mondo greco-latino, un vero disastro"...? Ma per favore, questo è pattume allo stato puro!
RispondiEliminaRipeto: ho trattato altrove dell'inconciliabilità tra nazionalsocialismo e Cattolicesimo.
RispondiEliminahttp://www.papalepapale.com/develop/la-croce-che-sfido-la-croce-cattolicesimo-e-nazismo-una-radicale-inconciliabilitaparte1/
http://www.papalepapale.com/develop/la-croce-che-sfido-la-croce-cattolicesimo-nazismo-una-radicale-inconciliabilita-2/
Tuttavia, mi chiedo perché lo stesso odio e la stessa acredine, riversati nei confronti di Degrelle, siano risparmiati ai numerosissimi cattolici compromessi con il marxismo o il liberalismo (anch'essi condannati dalla Chiesa).
Ecco, sicuramente questo doppiopesismo, non è cattolico.
«queste mostruosiutà si trovano nel Catechismo o nel Mein Kampf?»
Erano moneta corrente in tutto il mondo occidentale, compresi gli stessi Paesi Alleati.
Che poi, nel caso di Stepinac... sarà mica perchè lui gli ebrei li ha salvati, nonostante le sue compromissioni col regime, invece di aiutare chi li uccideva?
RispondiEliminaSono andato a cercare un po' di citazioni e mi ha impressionato questa frase (ma sul medesimo tono ne ho trovate tante altre):
RispondiElimina"Un grande ideale dà sempre la forza di dominare il proprio corpo, di soffrire la fatica, la fame, il freddo. [...]L'essenziale è avere in fondo al proprio cuore una grande forza che rianima e spinge avanti, [...]. Allora più nulla dà sofferenza, il dolore stesso diviene gioia perché esso è un mezzo di più per elevare il suo dono, per purificare il suo sacrificio. (p. 31)"
A quanto scrive quell'ideale può essere tutto, ma credo proprio che invece un cristiano avrebbe scritto: "Dio" o "Lo Spirito Santo dà sempre la forza...". Egli poi chiede a Dio di mettere nel fondo del proprio cuore una grande forza, perché essa l'uomo non se la ritrova spontaneamente, ma la ottiene dalla Grazia. E nella vita del cristiano il dolore rimane dolore, non si trasforma in gioia, perché la gioia deriva da Dio ed è Dio stesso.
Insomma, leggendo queste frasi si ha la sensazione che l'uomo sia al centro della sua vita e della sua elevazione morale. Si pone l'accento sul Crocifisso dinanzi al quale l'uomo rimane indifferente e non pone come modello del suo agire. Sappiamo, però, che lo scopo del sacrificio della Croce è dare all'uomo la salvezza che in nessun altro modo egli può conseguire. Il modello del cristiano, invece, è quello del fedele che chiede lo Spirito per lasciarsi da Lui guidare e ottenerne il frutto (Gal 5,18-22).
La definizione di ciarpame mi pare dunque appropriata perché non dà una visione corretta di come dovrebbe essere la vita cristiana.
Virga dice di aver letto Tolkien - probabilmente ai campi hobbit, se li fanno ancora. Mi chiedo se abbia letto anche "Il Ritorno di Beorhtnoth figlio di Beorhthelm", e si sia reso conto di quanta poca stima l'ex soldato Tolkien avesse per la retorica dell'eroismo di cui i nazisti si nutrivano e che la frase citata da "Philosophus Minimus" bene esprime.
RispondiEliminaMa basta anche solo ricordarsi che fine fanno i gondoriani, tutti presi dai loro ideali e dall'idolatria del loro coraggio contro le forze soverchianti eccetera eccetera; creperebbero tutti sui campi di battaglia come si auspicano, se non fossero salvati da dei borghesi mezzuomini.
«Tuttavia, mi chiedo perché lo stesso odio e la stessa acredine, riversati nei confronti di Degrelle, siano risparmiati ai numerosissimi cattolici compromessi con il marxismo o il liberalismo (anch'essi condannati dalla Chiesa). Ecco, sicuramente questo doppiopesismo, non è cattolico».
RispondiEliminaRetorica di bassa lega, tipica di chi non ha argomenti. Veramente avrei anche scritto che anche «i "teologi" latinoamericani "guerriglieri" [collusi evidentemente col marxismo] sono da condannare senza indugi». Il doppiopesismo ce lo vedi solo tu.
«Erano moneta corrente in tutto il mondo occidentale, compresi gli stessi Paesi Alleati».
Curioso: Virga, che pontifica sul cattolicesimo altrui, cade nell tipico relativismo dei nostri tempi, come se il fatto che tanti la pensassero così potesse giustificare Degrelle. Pio XI e la Chiesa non la pensavano allo stesso modo, ad esempio. Faccio notare che poi Degrelle scrive quelle righe sulla forza della razza nel 1981, non a cavallo degli anni Trenta e Quaranta. Dunque anche dopo decenni non aveva rinnegato nulla di quelle idee, condannate dalla Chiesa e dal buon senso.
che ansia 'sti commenti. viva Virga.
RispondiElimina«Virga dice di aver letto Tolkien - probabilmente ai campi hobbit, se li fanno ancora.»
RispondiEliminaVeramente, l'ho letto (e riletto) fin dall'età prescolare. E per quanto mi riguarda, non ho mai militato né sono stato iscritto ad alcun partito, quale che sia l'orientamento. Quindi questi attacchi personali, indice di mancanza di argomenti, ve li potete tenere.
«La definizione di ciarpame mi pare dunque appropriata perché non dà una visione corretta di come dovrebbe essere la vita cristiana.»
RispondiEliminaAllora, tutto ciò che non è cristiano, automaticamente è ciarpame? Nietzsche e Leopardi sarebbero ciarpame?
A parte questo appunto, qui si può naturalmente discutere (anche perché diversamente dalle altre critiche, è sensata). Secondo me, il fatto di mettere l'accento sulla solitudine e sulla sofferenza dell'uomo, non è affatto anticristiano.
«Retorica di bassa lega, tipica di chi non ha argomenti.»
RispondiEliminaNo, non è retorica. É un dato di fatto che la criminalizzazione del nazionalsocialismo (e negli ultimi vent'anni anche del comunismo) come male assoluto è del tutto strumentale a far passare in secondo piano i crimini del liberalcapitalismo, come sottolineato anche da pensatori comunisti quali Preve e Losurdo.
Per il resto, agli attacchi degli antifa posso fare spallucce, ma questo sfacciato antifascismo da parte di gente che si definisce cattolica (e magari anche conservatrice o liberale) è ributtante nella sua ipocrisia, vista la frequente collaborazione tra Chiesa e fascismi tra le due guerre.
«Curioso: Virga, che pontifica sul cattolicesimo altrui, cade nell tipico relativismo dei nostri tempi, come se il fatto che tanti la pensassero così potesse giustificare Degrelle. Pio XI e la Chiesa non la pensavano allo stesso modo, ad esempio. Faccio notare che poi Degrelle scrive quelle righe sulla forza della razza nel 1981, non a cavallo degli anni Trenta e Quaranta. Dunque anche dopo decenni non aveva rinnegato nulla di quelle idee, condannate dalla Chiesa e dal buon senso.»
RispondiEliminaL'odio razziale è sbagliato a prescindere, ma non si può non tenere conto dei tempi. Sarebbe come scandalizzarsi del fatto che Aristotele fosse favorevole alla schiavitù.
Ad ogni modo, il libro in questione non porta avanti tesi razziste o antigiudaiche.
Per il resto, vi (s)conforterà sapere che, a fronte di qualche commentatore negativo (spesso celato dietro un vile anonimato), ho ricevuto varie attestazioni di apprezzamento per l'articolo da parte di amici e conoscenti, cattolici e afascisti, oltre ai 229 mi piace ricevuti nell'arco di due giorni. Evidentemente, non tutti hanno i paraocchi.
RispondiElimina"L'odio razziale è sbagliato a prescindere, ma non si può non tenere conto dei tempi."
RispondiEliminaChe erano il cazzo di 1981, non il '33. Quando simili idee erano state finalmente bandite dal consesso civile, Sudafrica a parte.
@Andrea Virga
RispondiElimina"Per il resto, vi (s)conforterà sapere che, a fronte di qualche commentatore negativo (spesso celato dietro un vile anonimato), ho ricevuto varie attestazioni di apprezzamento per l'articolo da parte di amici e conoscenti, cattolici e afascisti, oltre ai 229 mi piace ricevuti nell'arco di due giorni. Evidentemente, non tutti hanno i paraocchi. "
229 "mi piace" su facebook ma allora sei davvero un grande!
posso incontrarti per stringerti la mano? Anzi, posso avere la tua dedica su un libro?
Ti prego, non ho mai avuto occasione di incontrare uno scrittore tanto apprezzato!
@Andrea Virga
RispondiElimina"L'odio razziale è sbagliato a prescindere, ma non si può non tenere conto dei tempi."
strano. A me hanno sempre raccontato che il messaggio di Cristo è sempre lo stesso.
Credo che sia opportuno distinguere fra la vita di Leone Degrelle e le sue opere letterarie.
RispondiEliminaE, all'interno di queste, fra quella citata da Andrea Virga e fra le altre.
E, attraverso questa distinzione, giudicare parte a parte, tenendo conto (sempre e in ogni caso) di quanto detto dall'Apostolo: "Omnia probate, quod bonum est tenete".
Franciscus Pentagrammuli
«A me hanno sempre raccontato che il messaggio di Cristo è sempre lo stesso.»
RispondiEliminaSì, ma la società umana cambia. E pure la stessa Chiesa, nella sua azione politica e sociale.
«Ti prego, non ho mai avuto occasione di incontrare uno scrittore tanto apprezzato!»
RispondiEliminaNon è che voglia vantarmi, semplicemente fare riflettere che certe levate di scudi da parte cattolica sono un po' esagerate, e tutto sommato isolate.
@Andrea Virga
RispondiElimina"Non è che voglia vantarmi, semplicemente fare riflettere che certe levate di scudi da parte cattolica sono un po' esagerate, e tutto sommato isolate."
sìsì, sono isolate le levate di scudi.
I tuoi "amici e conoscenti, cattolici e afascisti," che hanno premuto "mi piace" sono invece un campione perfettamente rappresentativo del popolo di Cristo.
sulla Chiesa che invece adatta il suo messaggio alla società umana ti lascio invece impallinare da qualcun altro.
'Allora, tutto ciò che non è cristiano, automaticamente è ciarpame? Nietzsche e Leopardi sarebbero ciarpame?'
RispondiEliminaNo (anche se Nietzche e' decisamente sopravvalutato IMHO); pero' nessuno si sognerebbe di presentare 'L'Anticristo' o 'Ecce Homo' come opere pregne di insegnamenti spirituali cristiani; al massimo queste opere (decisamente piu' influenti e 'da leggere' di Militia)possono essere interessanti da leggere per un cattolico, il che e' diverso. mentre mi sembra che tu stia dicendo che Militia contenga chissa' che gemme nascoste di spiritualita' cristiana...
'Secondo me, il fatto di mettere l'accento sulla solitudine e sulla sofferenza dell'uomo, non è affatto anticristiano.'
Ma neanche necessariamente cristiano. Lo fa Celine, lo fa Bukowsky, lo fa Camus, praticamente lo ha fatto chiunque abbia preso penna e calamaio, con risultati dal notevole all'amatoriale ,negli ultimi 200-300 anni.
Vero che solitudine e sofferenza hanno spesso ispirato figure e autori notevoli della cristianita'; ma c'e' chi ritrovatosi da solo nel foro della sua coscienza ti scrive le Confessioni (Sant'Agostino), chi dona tutto ai poveri va a vivere con loro e ti scrive il Cantico delle Creature (San Francesco), chi cambia vita e da militare di professione fonda i Gesuiti ( Sant'Ignazio da Loyola); e invece c'e' chi, solo davanti a Dio, alla sua coscienza e alla sua sofferenza, nazista era e nazista e' rimasto, impenitente fino all'ultimo e mettendosi anche a fare il guru dell'estrema destra neonazista.quindi l'operetta che citi, con i suoi confusi riferimenti ad un cristianesimo tutto nella testa del suo autore, non vedo che cosa dovrebbe insegnare ad un cristiano..
PS
@Ilaria Pisa; capisco lo spirito di corpo che ti permea e la solidarieta' verso un sodale, ma leggo dal tuo profilo che hai origini ebraiche. Come lo vedi il fatto che Degrelle e i suoi cameratiavrebbero considerato tali 'radici' decisamente potabili, insieme alla persona che ci e' attaccata, anche se la suddetta persona e' cattolicissma,tradizionalistissima e scrive tanti articoli illuminanti in difesa del Magistero?Perche' appunto di razzismo biologico parlava questo Templare, e neanche del, tralaltro esecrabilissimo, anti-ebraismo su base religiosa ?
Onestamente, e con tutta la buona volonta', che cosa c'e' di cattolico in Degrelle, nella sua opera e nella sua vita?
«la Chiesa che invece adatta il suo messaggio alla società umana»
RispondiEliminaMai detto questo, semplicemente che viene influenzata nella sua azione sociale e politica dalla società umana.
Comunque, l'antigiudaismo di Degrelle (come quello di Codreanu o di Monsignor Tiso) mi pare chiaramente di matrice religiosa, e non biologico-razziale (o non avrebbe avuto una devozione mariana). Idem, quando parla di razza, pare intendere vigore della stirpe, più che le elucubrazioni di Rosenberg e soci. Ad ogni modo, non è rilevante ai fini di questa discussione.
Io dico solo che "Le anime che bruciano" è un'opera spirituale che merita di essere letta, dal momento che l'ho molto apprezzata, né sono certo il solo a pensarla così, per cui mi sembrava giusto consigliarne anche ad altri la lettura. Poi liberissimi di leggerla e non apprezzarla.
@Claudio, ti ringrazio dell'attenzione, ma l'intento del mio commento ironico era semplicemente manifestare sostegno ad Andrea (personalmente attaccato) e all'intento del suo pezzo.
RispondiEliminami pare chiaro che non posso approvare alcun tipo di ideologia nemmeno lontanamente razzista o etnocentrica, qualunque significato si annetta al prefisso etno-. poiché cerco il bene ovunque si trovi, mi sono limitata a constatare con interesse come la luce del Signore splenda, tendenzialmente, anche nelle tenebre.
che poi queste possano non accoglierla o accoglierla parzialmente, è realtà di esperienza comune.
È ovvio che non per il fatto che uno scritto non è cristiano allora esso è ciarpame, ma per il fatto che uno scritto non cristiano voglia farsi passare come tale, dando della Via cristiana un'idea sbagliata, che è stata usata quella definizione.
RispondiEliminaovviamente, non sono riuscito a leggere tutti i commenti, ma (anche in questo caso, per l'ennesima volta) mi colpisce veramente la pretesa di alcuni tuoi critici di impedire qualsiasi riferimento culturale che non sia di pura critica inorridita nei confronti dei personaggi e delle idee attualmente depositati nella pattumiera della storia di cui parlava quel grand'uomo di mao
RispondiEliminaps tenere presente che nella pds attualmente oltre ai nazisti sono contenuti soltanto i cattolici (compresi i progressisti che ne vengono estratti per la sottoscrizione di qualche manifesto)
pps complimenti per l'articolo equilibrato e stimolante (almeno per chi ha compreso le tue dichiarate riserve)
Secondo me, Degrelle è più cattolico di Vito Mancuso. ;)
RispondiElimina@Andrea Virga
RispondiEliminagià, chissà quanti vescovi ha rapito Vito Mancuso
secondo noi anonimo è proprio vito mancuso
RispondiElimina@f.lli de merode
RispondiEliminafammi capire...parli di te stesso al plurale?
sì, in qualità di portavoce di una variopinta comunità,
RispondiElimina... i fratelli de merode, appunto ...
@f.lli de merode
RispondiEliminaah... avete anche un cervello in multiproprietà?
capita assai di rado che qualcuno di noi abbia qualche proprietà ...
RispondiElimina... in genere, quando succede, è per un periodo talmente fugace che non sarebbe possibile alcuna forma di condivisione ...
.... d'altro canto, chiunque dei fratelli acquistasse stabilmente proprietà di un qualche valore prenderebbe immediatamente altre strade e diversi costumi
Questi bacchettoni democristiani italioti non sono neanche degni di un unghia di un crociato come Degrelle. Lui era uno dei responsabili dell'Azione Cattolica belga e combattè volontario con i Cristeros messicani. Al massimo loro sanno impugnare la forchetta per gli spaghetti. Leon si uni' ai tedeschi principlamente per combattere contro il comunismo in Russia.
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