03 luglio 2011

Bye bye Tettamanzi!

di Federico Catani
Il cardinale Angelo Scola, da poco nominato arcivescovo di Milano, non è certamente un uomo da invidiare. Chiunque si trovasse al suo posto si metterebbe le mani tra i capelli. E non solo perché la diocesi di Sant'Ambrogio e di San Carlo è la più grande del mondo. Ma perché, più semplicemente, dal 1954 (quando morì il grande beato cardinal Schuster) non ha più avuto un pastore cattolico. Dal 1979, poi, con l'arrivo dell'eretico Martini (basti ascoltare o leggere alcune sue dichiarazioni per averne la conferma), la Chiesa di Milano non solo non è stata più cattolica, ma forse nemmeno più cristiana, bensì il centro di un vago filantropismo senza Dio, oltre che laboratorio culturale del cattoprogressismo ulivista.

L'arcivescovo uscente, il cardinale Dionigi Tettamanzi, che non pochi avrebbero voluto Papa nel 2005, è stato il degno erede di Martini. Forse le sue posizioni sono state meno spinte, ma probabilmente più subdole e dannose. Con la scusa del solidarismo, dell'amore fraterno, della carità e del "volemose bene", Tettamanzi ha trasformato la Chiesa milanese in una sorta di agenzia umanitaria, dove i preti hanno il ruolo di assistenti sociali. Non è un caso quindi che nella città meneghina i seminaristi siano pressoché scomparsi. Se devo diventare prete per fare volontariato o servizio civile, perché mai dovrei rinunciare a una moglie, a dei figli e ad altri piaceri della vita? Si potrebbe fare il tutto (e anche meglio) da laico.

Inutile ricordare le "imprese" più importanti del decennio tettamanziano. La richiesta a gran voce di una moschea per gli infedeli (pardon, per i fratelli islamici), il silenzio assordante tenuto quando i figli di Allah, nel gennaio 2009, hanno pregato provocatoriamente davanti al Duomo, le dichiarazioni d'amore verso i rom, le strizzatine d'occhio al compagno Pisapia, le feste insieme a "pretesse" e altri fenomeni da baraccone di qualsiasi setta protestante, l'indifferenza verso i cosiddetti valori non negoziabili tanto cari al Papa regnante, l'ostilità mostrata ai cosiddetti "atei devoti", la pessima riforma del rito ambrosiano (criticata dal cardinal Biffi), l'avversione nei confronti di ogni forma di pur tenue amore per la santa Tradizione cattolica, specie in campo liturgico e tanto altro ancora. Però, il suo maggiore merito è stato senza dubbio quello di essere riuscito, da Principe della Chiesa cattolica e Arcivescovo, a tenere omelie lunghissime e interminabili discorsi alla città senza mai pronunciare il nome di Gesù, come scrisse in un bell'articolo Antonio Socci nel lontano 2004. 

Forse proprio per questo Tettamanzi è stato così corteggiato dai giornaloni radical-chic come Repubblica e difeso a spada tratta dal quotidiano "cattolico" Avvenire (che però non si è mai fatto in quattro per sostenere Benedetto XVI). Si, perché ha distrutto la fede o, meglio, ha continuato, in buona compagnia, l'opera di dissolvimento del cattolicesimo, cercando di annacquarlo in un umanesimo senza Cristo e perciò ben accetto ai poteri forti radicalmente anticlericali, anticattolici e anticristici. 
Non si sentirà la mancanza per la sua assenza. Anzi, speriamo che il porporato, che ha confuso il rosso cardinalizio del martirio con quello della festa dell'Unità, si riposi e si dedichi alla preghiera e alla meditazione. Insomma, pensione vera e non finta come quella del cardinal Martini che ancora continua a romperci le balle con i suoi pensieri "illuminanti".
Quanto a Milano, per ritornare allo splendore di guide come Ambrogio, Carlo Borromeo e Ildefonso Schuster, che sapevano esercitare la carità (e che carità!) senza rinunciare a una sola virgola di Verità, ce ne vorrà. Ma forse questa è l'alba di una nuova primavera.   
  

 

7 commenti :

  1. non credo che la primavera sia venuta a milano! dovrà passare ancora molto tempo! ho letto la lettera di saluto del nuovo arcivescovo di Milano, l'ex patriarca di Venezia e non sono molto entusiasmato! anche il cardinal Tettamanzi agli inizi sembrava inoffensivo, ed una volta arrivato da Genova a Milano ha mostrato il suo vero volto! Non vorrei che la nomina del nuovo arcivescovo sia un altro sbaglio simile a quello della nomina di Tettamanzi! vedremo chi è veramente card. Scola perché Milano non è Venezia ed ha grossi problemi!!! vedremo quanto ratzingeriano è con un clero come quello di Milano che per chi è veramente cattolico non ha di certo una buona fama.

    RispondiElimina
  2. Condivido tutte le tue perplessità. Ma per il momento speriamo. E preghiamo.

    RispondiElimina
  3. Avete ragione, ma il male del solidarismo affligge da sempre la Chiesa Cattolica. Prendete ad esempio la frase di Gesù Cristo,
    Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
    E non era neanche arcivescovo di Milano.

    RispondiElimina
  4. Terribili le parole di profondo estremismo che ricordava il nostro amico Spiridion, mi rallegro che certe idee non abbiano mai attecchito in seno a santa romana chiesa!

    RispondiElimina
  5. Nostro Signore non credo avesse in mente i mantra solidaristici del politicamente corretto, ma solo il cristianissimo messaggio di Carità di cui Lui è stato l'incarnazione vivente. Che nulla ha a che vedere con l'umanesimo senza Cristo di Tettamanzi e soci.

    RispondiElimina
  6. Mi pare eccessiva la frase iniziale "dal 1954 (quando morì il grande beato cardinal Schuster) non ha più avuto un pastore cattolico"... Per il resto sottoscrivo in pieno, ahimé.

    RispondiElimina
  7. Questo mi sembra sedevacantismo di provincia. Ci vuole del coraggio a dire che cardinali cattolici non sono cattolici, peraltro su quali basi? Su ispirazione divina? Chissà!

    RispondiElimina