Aldo Maria Valli pubblica sul suo sito Duc in altum una Precisazione a proposito di un articolo di “Campari & de Maistre”. L’articolo è il mio, di qualche giorno fa, dal titolo “Tradito Ratzinger, ci meritammo Bergoglio”. Valli ha interpretato come un attacco personale diretto a lui il riferimento a “noti vaticanisti che, andati in pensione o prossimi ad essa, si sono buttati su questo mercato” (quello dell’antibergoglismo) e precisa di avere iniziato a criticare Bergoglio prima di andare in pensione e di avere scontato le sue posizioni con l’emarginazione.
Bene.
Precisiamo subito che quel passaggio si riferiva ad un fenomeno che coinvolge diversi nomi illustri del giornalismo cattolico e non intendeva polemizzare in particolare con lui.
Precisiamo, però, con ancora maggiore forza, che quello cui si riferisce Valli era un passaggio del tutto secondario di quell’articolo, il cui centro era tutt’altro e stava in questa affermazione:
“Bergoglio ha avuto un’ enorme responsabilità negativa, che si articola in due aspetti: avere esasperato la crisi dottrinale che Benedetto XVI aveva cercato, se non di risolvere, almeno di arginare, e di avere imposto alla Chiesa uno stile di governo dispotico, nepotistico e, al tempo stesso, bizzoso e sconclusionato.
Questo ha provocato un profondo malessere in numerosi fedeli, cui una piccola parte della gerarchia e della cultura cattolica hanno legittimamente e meritoriamente dato voce.
Tuttavia, a questo si è accompagnata la nascita di un “antibergoglismo” che si è presentato come un fenomeno folkloristico dai connotati fortemente macchiettistici e grotteschi, nutrendosi e al tempo stesso alimentando, in un circolo vizioso, complottismi, sensazionalismi scandalistici, sedevacantismi e perfino pseudo millenarismi e, ovviamente, continuando a bombardare, oltre al solito Benedetto XVI, presentato come il precursore di Bergoglio, anche quei cardinali o vescovi che cercavano di tenere la barra dritta, accusati di essere a loro volta troppo blandi se non di essere uno specchietto per le allodole della “falsa chiesa bergogliana”, come costoro hanno ribattezzato unilateralmente la Chiesa cattolica.”.
Gli effetti di questo problema sono prossimi a manifestarsi. Lo stesso Valli ha di recente dichiarato di sperare in un papa che non segua le orme di Francesco. E su questo siamo tutti d’accordo. Peccato che esistano ormai numerosi fedeli convinti che l’imminente conclave sarà del tutto invalido e che, quindi, l’eletto non sarà davvero il papa. E anche qualora alcuni di essi non arrivassero a tanto, riserverebbero all’eletto lo stesso trattamento sprezzante toccato a Benedetto XVI. E qualora venisse eletto un papa sulla linea del predecessore, la loro reazione sarebbe di esultanza maligna per lo smacco che ai loro occhi avrebbero subito quelli che loro chiamano “gli una cum” e che poi sono, in realtà, nient’altro che i cattolici in piena comunione con la Chiesa…
Qualche tempo fa una persona a me vicina mi riferì dell’alterco avuto con un signore che cercava di convincerlo di non so quale bizzarra tesi sul papato e, non riuscendoci, aveva esclamato: “E allora continua pure ad andare dietro a Bergoglio!”. La persona a me vicina aveva replicato che non “andava dietro a Bergoglio”, ma si manteneva, come sempre era stata, nella Chiesa cattolica, che esisteva prima di Bergoglio e sarebbe esistita dopo di lui.
Ora siamo proprio a quel punto. Bergoglio è morto. La Chiesa esiste ed esisterà ancora. Purtroppo, però, esistono ancora idee dannose che, messe in circolo per contrastare Bergoglio, hanno solo allontanato persone dalla piena comunione con il Papato (che non è riducibile alla persona che, sempre e comunque temporaneamente, ricopre l’ufficio) e con i vescovi.
E, purtroppo, queste idee hanno avuto una diffusione non indifferente grazie anche a prestigiose firme che hanno concesso ai portatori delle medesime il proprio pubblico.
Si tratta di un fatto oggettivo, che resta tale a prescindere dalla buona fede con cui si è adottata una certa linea editoriale e dal fatto che tale linea abbia comportato degli svantaggi.
Concludiamo con una poesia di Gianni Rodari, Il dittatore:
Un punto piccoletto,
superbo e iracondo,
“Dopo di me” gridava
“verrà la fine del mondo!”.
Le parole protestarono:
“Ma che grilli ha pel capo?
Si crede un Punto-e-basta,
e non è che un Punto-e-a-capo”
Tutto solo a mezza pagina
lo piantarono in asso
e il mondo continuò
una riga più in basso.
Bergoglio si credeva un punto e basta ma, come chiunque, era solo un punto e a capo. Peccato che molti dei suoi critici lo abbiano scambiato a loro volta per un punto e basta ed ora siano in un vicolo cieco. Per loro Bergoglio, alla fine, un punto e basta lo è stato davvero.
Noi, per quanto ci riguarda, con questo articolo chiudiamo definitivamente la querelle: siamo già anche noi una riga più in basso, dove il mondo felicemente continua ed anche la Chiesa. Grazie a Dio.
Pubblicato il 07 maggio 2025
Valli rifiuta il Concilio Vaticano II con tutti i Papi da Pio XII in poi. Come Viganò. Se ne ricava che Valli non è solo un ex vaticanista ma un ex cattolico, diventato tale per esasperazione. Il suo amico Porfiri ha saputo ritrarsi per tempo, almeno da un punto di vista formale... Spiace perché Valli è uno in gamba. Il diavolo gli ha fatto un bello sgambetto, così da poter far inciampare un sacco di altre persone...Preghiamo che rinsavisca e rigetti pubblicamente certe sue incondivisibili posizioni.
RispondiEliminaSono le firme prestigiose che devono giustificarsi per aver dato spazio all'antibergoglismo folkloristico e alla rinuncia invalida , che rimane una c. pazzesca. Una coda di paglia lunga un chilometro..
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