09 dicembre 2020

Pornografia, il male della nostra epoca/3. Il NY Times smaschera i siti porno


Sui siti porno, dove chiunque può caricare di tutto, i protagonisti dei video sono sempre consenzienti e consapevoli? Da anni viene denunciato che questi portali, apparentemente intoccabili poiché movimentano miliardi di dollari, pescano nel torbido e generano dolore su migliaia di vittime. 

Fino ad oggi a sollevare il problema erano le categorie che, nella società moderna, non hanno voce in capitolo. I cattolici come noi, ad esempio. Siamo sessuofobi, vittime dell'indottrinamento della cattivissima Chiesa. 

Ultimamente però il New York Times ha lanciato una accusa gravissima contro PornHub, dal titolo "The Children of Pornhub. Why does Canada allow this company to profit off videos of exploitation and assault?". Tradotto: "I Bambini di PornHub. Perché il Canada permette a questa azienda di guadagnare su video di sfruttamento e aggressione?".  Sesso con minorenni, in pratica. "Il sito è infestato da video di stupri".

Prima di lasciarvi alla lettura di alcuni stralci tradotti, poniamo l'accento su una didascalia: "Serena K. Fleites, 19 anni, aveva 14 anni quando un ragazzo per cui aveva una cotta le chiese di fare un video nuda e di inviarglielo. Lo ha fatto ed è finita su Pornhub".

Link all'inchiesta del NY Times

Pornhub è orgoglioso di essere il volto allegro e ammiccante del cattivo, il sito web che acquista un cartellone pubblicitario a Times Square e fornisce spazzaneve per ripulire le strade di Boston. Dona alle organizzazioni che lottano per l'uguaglianza razziale e offre contenuti piccanti gratuiti per far sì che le persone si chiudano in casa per il Covid-19.

Quel presunto "sano Pornhub" attira 3,5 miliardi di visite al mese, più di Netflix, Yahoo o Amazon. Pornhub raccoglie denaro da quasi tre miliardi di impressioni pubblicitarie al giorno. Una classifica elenca Pornhub come il decimo sito web più visitato al mondo.

Eppure c'è un altro aspetto dell'azienda: il suo sito è infestato da video di stupro. Monetizza gli stupri di minori, la pornografia per vendetta, i video delle telecamere spia di donne che fanno la doccia, contenuti razzisti e misogini e filmati di donne asfissiate in sacchetti di plastica. La ricerca di "ragazze sotto i 18 anni" (ndr: under18 senza spazio in inglese) o "14 anni" porta in ogni caso a più di 100.000 video. La maggior parte non riguarda bambini che vengono aggrediti, ma troppi lo sono.

Dopo che una ragazza di 15 anni è scomparsa in Florida, sua madre l'ha trovata su Pornhub - in 58 video di sesso. Le aggressioni sessuali a una ragazza californiana di 14 anni sono state pubblicate su Pornhub e sono state segnalate alle autorità non dalla compagnia ma da un compagno di classe che ha visto i video. In ogni caso, i delinquenti sono stati arrestati per le aggressioni, ma Pornhub è sfuggito alla sua responsabilità di condividere i video e trarne profitto.

Seguono alcune storie, dalla ragazzina asiatica messa su Pornhub dai genitori adottivi, alla ragazza che aveva fatto un video per il suo ragazzo e poi è finita online. Emerge una difficoltà enorme nel rimuovere questi contenuti che, periodicamente, ricompaiono. Storie che segnano la vita delle protagoniste, sempre ragazze, che finiscono per prendere farmaci anti depressivi, cambiare scuola, essere inseguite dalla vergogna per tutta la vita.

Le preoccupazioni su Pornhub stanno venendo a galla. Una petizione per chiudere il sito ha ricevuto 2,1 milioni di firme. Il senatore Ben Sasse, un repubblicano del Nebraska, ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di indagare su Pornhub. PayPal ha interrotto i servizi per l'azienda e alle società di carte di credito è stato chiesto di fare lo stesso. Un'organizzazione chiamata Traffickinghub, guidata da un'attivista di nome Laila Mickelwait, documenta gli abusi e chiede che il sito venga chiuso. Venti membri del parlamento canadese hanno chiesto al proprio governo di reprimere Pornhub, che ha sede a Montreal.

"Hanno fatto soldi con il mio dolore e la mia sofferenza", mi ha detto una donna di 18 anni di nome Taylor. Un ragazzo ha girato segretamente un video di lei mentre compiva un atto sessuale quando aveva 14 anni, ed è finito su Pornhub, ha confermato la polizia. "Sono andata a scuola il giorno dopo e tutti guardavano i loro telefoni e me mentre camminavo lungo il corridoio", ha aggiunto, piangendo mentre parlava. "Stavano ridendo."

Taylor ha detto di aver tentato il suicidio due volte a causa dell'umiliazione e del trauma. Come altri citati qui, ha accettato di raccontare la sua storia e di aiutarla a documentarla perché pensava che avrebbe potuto aiutare altre ragazze a evitare la sofferenza come faceva lei.

L'inchiesta del NY Times è fatta molto bene, però la conclusione purtroppo non è all'altezza di tutto il resto. La proposta per "risolvere" il problema sarebbe quella, per vittime e articolista, di creare dei meccanismi che verifichino la maggiore età e il consenso di tutti i protagonisti dei video caricati su questi siti. Manca quindi la consapevolezza riguardo la reale radice del problema, che è la pornografia stessa.

PornHub a quanto pare sta correndo ai "ripari", impedendo ad oggi di scaricare e caricare video. Ciò però non basta. Purtroppo, come spiega l'articolo, PornHub fa parte di un network di almeno 100 siti web e non è l'unico network.



 

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