24 novembre 2020

"Una calma apparente", per capire cosa succede in Cina e a Hong Kong

Vaticano, Cina e l'insorgenza di Hong Kong



di Paolo Maria Filipazzi

Dopo La spiaggia e la sabbiera, Aurelio Porfiri torna sull’argomento Cina con questa nuova raccolta di articoli inizialmente comparsi su Stilum Curiae ed altri siti e testate, dal titolo eloquente Una calma apparente (Acquistabile qui ).

Il libro attraversa tredici mesi, dal novembre 2018 al dicembre 2019, analizzando la realtà del paese con un’acutezza che solo chi, come l’Autore, ha un rapporto di intima familiarità con l’oggetto della trattazione, può possedere. E’, infatti, ricorrente, nel libro, la constatazione di come molti di coloro che si occupino della Cina non ne abbiano una vera comprensione avendola studiata sui libri, ma non l’abbiano vissuta, non ne respirino l’aria e, di conseguenza, fatichino a capirla davvero.

Questo emerge soprattutto quando l’Autore parla di quello che è il pezzo forte dei suoi dispacci: l’accordo Cina- Vaticano. Porfiri espone le sue perplessità, che sono quelle di molti cattolici e prelati cinesi, a partire dal cardinale Zen, che ben conosce. Spiega come l’accordo abbia messo in estrema difficoltà i sacerdoti della Chiesa “clandestina”, vale a dire la vera Chiesa Cattolica, obbligandoli di fatto ad aderire all’Associazione Patriottica, che punta alla creazione di una chiesa nazionale indipendente da Roma, abbandonando e trattando come una minoranza cocciuta coloro che non si sono voluti adeguare. Senza cadere nella solita e scontata retorica anti-bergogliana, Porfiri va al cuore della questione, evidenziando come il vero problema sia una mancata comprensione della realtà e della cultura cinese, mantenendo, al tempo stesso, una notevole onestà intellettuale ed indipendenza di giudizio laddove non manca di registrare quelli che potrebbero essere segnali positivi, seppur deboli.

Proseguendo nel suo racconto della Cina, l’Autore si focalizza, poi, sempre di più, sulla realtà di Hong Kong, in particolare sulle manifestazioni del giugno 2019. Ufficialmente scoppiate per protestare contro una proposta di legge che avrebbe permesso l’ estradizione di imputati verso la giurisdizione della Cina continentale, con tutto ciò che questo avrebbe comportato di problematico sotto il profilo delle garanzie processuali e del rispetto dei diritti umani, hanno, in realtà, espresso un malessere che covava da tempo nella città. Sempre più forte è, infatti, per i cittadini di Hong Kong, il timore di doversi un giorno assoggettare ad uno stile di vita che ritengono di non poter accettare. 

Questo ha portato ad un cambiamento in peggio nella città, generando una diffusa sfiducia, oltre che nel governo cinese e nei governanti di Hong Kong, anche nelle forze dell’ordine, viste ormai con ostilità dopo che molte proteste sono state sedate con le maniere forti.

Il libro si conclude descrivendo il clima di Hong Kong dopo la fine degli scontri, apparentemente di calma. Come ci suggerisce il titolo, però, si tratta di calma solo apparente.



 

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