Venerdì scorso, assieme, tra gli altri, ad uno dei redattori di “Campari & de Maistre”, mi sono recato con amici in visita al Tempio mormone di Roma, l’ultimo arrivato ma allo stesso tempo il più grande in Europa di questa singolare confessione cristiana, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, informalmente conosciuta come Chiesa Mormone; molti non la conoscono, molti altri la legano, ora giustamente ora no, ai giovani missionari in camicia bianca e cravatta e targhette nere che vanno a due a due, ai pionieri con carretto dello Utah, alla (passata) poligamia, eppure, con i loro quasi 20 milioni di fedeli nel mondo, 20mila in Italia e di questi 5mila a Roma, destinati ad una rapida crescita, la presenza di questa relativamente recente confessione, nata nel XIX secolo negli States, impone di rifletterci sopra e di farci i conti.
Viste anche alcune reazioni, ora divertite ora stupite o addirittura preoccupate, voglio subito tranquillizzare i lettori: sono sufficientemente convinto della giustezza e dell’ortodossia della mia fede da non temere il confronto (o, in certi casi, per chi mi conosce, la battaglia) con chi la pensa o crede diversamente da me; e poi, non potrei mai rinunciare alla Chiesa, al Papa, all’Eucaristia e alla Confessione, a Maria Santissima, al Rosario e alla Coroncina della Divina Misericordia e, anche, dato che i nostri amici mormoni non ne bevono, al caffè, meglio se espresso, e al vino e alla birra!
Una brevissima e non esaustiva premessa sui mormoni: con questo nome informale si indicano i fedeli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, una confessione cristiana nata dalla predicazione di Joseph Smith che crede di essere la restaurazione del cristianesimo primitivo; la caratteristica principale è data dal canone delle Scritture aperto (difatti accolgono oltre alla Bibbia il Libro di Mormon e altri libri) e dal principio della rivelazione continua (i fedeli ma soprattutto il Presidente della Chiesa, con la preghiera, possono avere continue rivelazioni, l’ultima delle quali, negli anni ’70, ha riguardato l’apertura del loro sacerdozio alle persone di colore).
Se certamente questa confessione, nata nell’ambito del protestantesimo (e nonostante ciò non definibile protestante tout court), è eretica, non si può però non notare alcuni punti comuni per noi cattolici interessanti: il concentrarsi sull’essere l’unica Chiesa di Cristo, l’importanza data all’apostolicità e all’autorità della Chiesa e delle sue autorità, il numero di sette Sacramenti (che loro chiamano Ordinanze), l’importanza data al sacerdozio, la preghiera per i defunti (una cosa aborrita dai protestanti classici). Inoltre, Joseph Smith disse che la Chiesa Cattolica era la più vicina alla verità (ovviamente, per loro, il mormonismo), e Brigham Young, successore di Smith, quando fondò lo Stato dello Utah chiuse le porte del territorio ai protestanti, responsabili dell’uccisione violenta di Smith e delle persecuzioni contro i mormoni, e le aprì ai cattolici! Questo non rende ovviamente i mormoni cattolici, ma certamente siamo ben lontani dall’astio e dalla grossolaneria evangelica e geovista contro noi cattolici.
Nel culto dei mormoni grande importanza hanno i Templi; affini, ma solo superficialmente, alle nostre Cattedrali, in confronto alle nostre chiese e cappelle, sono i luoghi di culto principali dei mormoni, in cui celebrare sacramenti particolari come il matrimonio eterno, il battesimo vicario per i defunti, l’investitura. I Templi sono chiusi ai non mormoni, ma sono aperti alla visita esclusivamente prima della dedicazione o ridedicazione, e proprio per questo io e altri abbiamo approfittato di questi momenti per visitarlo, quantomeno per interesse storico e culturale.
La visita e l’ambiente non lasciano indifferenti; se non si può parlare di sacralità (il Tempio, diviso in più piani e più stanze dedicati ai diversi sacramenti, diverso quindi da una Cattedrale a una o più navate), non di meno non si può dire che sia suggestivo: il Tempio è un profluvio di marmi, stucchi, affreschi, ori, e la struttura, da fuori, rimanda vagamente alle altezze gotiche. Certamente è più simile ad un albergo extralusso (l’unica sala che esprime una certa ieraticità è quella dedicata ai battesimi, con un grande battistero in marmo piantato su dodici tori di bronzo simboleggianti le dodici tribù di Israele) che non ad una nostra chiesa, però, c’è da chiedersi, perché, allora, non siamo più noi cattolici a dedicare soldi ed energie, e materiali pregiati, alla costruzione di chiese e santuari? Lo fanno gli acattolici, credendo di essere loro la vera Chiesa, e non lo facciamo noi cattolici, che siamo la vera Chiesa?
Un’altra nota interessante è stata la grande quantità di gente che ha assistito, divisa in gruppi, alle visite guidate, e soprattutto le domande che molti, presumo cattolici, hanno fatto non solo sulle credenze e le ordinanze dei mormoni, ma anche sulle celebrazioni e gli orari delle chiese aperte a tutti; questa gente, in maggioranza cattolica nominale, andrà forse alle celebrazioni domenicali mormoni (invero, non molto diverse da quelle protestanti classiche), ma cosa vuol dire ciò? Non vuole forse dire che queste persone, magari in buona fede, disilluse, non trovano più Gesù Cristo nella Chiesa Cattolica e nelle sue liturgie? Il sacro tolto dalla liturgia cattolica (il latino, l’incenso, i cancelli delle balaustre e le porte regali delle iconostasi) rientra prepotentemente, nella voglia dei fedeli, nelle ordinanze riservate celebrate nei Templi mormoni, cui solo i mormoni possono assistere (cosa, questa, che rimanda al passato apostolico della Chiesa, in cui solo i fedeli battezzati e comunicanti potevano assistere alla liturgia, e che poi si è persa nel tempo e di cui sono rimaste alcune tracce liturgiche).
Una fede umanizzata e antropocentrica, come è quella cattolica dopo decenni di aggiornamento, non può che condurre molti all’ateismo o, anche, all’abbandono della Chiesa per gli scismatici (che comunque mantengono ortodossia di catechismo e validità dei sacramenti e della successione apostolica) o, peggio, per gli evangelici, i geovisti (i quali, negando la Trinità e la Divinità di Cristo, NON sono cristiani) e, appunto, i mormoni; i fedeli, le persone, hanno voglia, hanno fame e sete di Cristo, ora più che mai in un mondo così fluido e turbolento come questo, e cosa fanno i nostri pastori, tanto da spingerli a cercare altrove? Personalmente non ho paura dei mormoni, che ritengo pure interessanti dal punto di vista storico e teologico, né mi fanno paura le loro chiese e i loro Templi; mi fanno invece impressione i nostri sacerdoti che non sanno più comunicare l’ortodossia e la verità della fede cattolica (la nostra, che non ha bisogno di restaurazioni, chè è in giro per il mondo da 2000 anni), le nostre liturgie piatte e assembleari, il nostro orizzonte troncato e rivolto solo all’immanente e non più all’eterno e al celeste. Torniamo alla preghiera, all’ascesi, alla mistica e al mistero, e non ci sarà bisogno di Templi né di fughe.
Chiudo con qualche racconto personale, dato dai miei incontri con i fedeli mormoni: una volta, negli USA per motivi di studio, ne conobbi alcuni, e, quando entrammo in confidenza, parlammo anche delle nostre fedi, e uno di loro, tra le altre cose, si mostrò interessato all’idea di un calendario liturgico, che non sapeva cosa fosse; una volta, invece, in Italia, un paio di anni fa, in due distinte occasioni e con due distinte coppie di missionari, riuscii a parlar loro della Messa come sacrificio (ne rimasero affascinati e commossi) e li portai all’adorazione dei Sepolcri in Cattedrale il Giovedì Santo (facemmo assieme Adorazione Eucaristica), ed entrambe le volte regalai loro immagini del Sacro Cuore e della Divina Misericordia e mi ringraziarono tanto.
Entrambi crediamo nella centralità del Paradiso e delle realtà celesti; preghiamo affinchè loro, innamorati della Chiesa vera, comprendano che la vera Chiesa è quella cattolica!
Pubblicato il 23 febbraio 2019
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